Jonathan Wilson – Rare Birds

Paolo È uscito Uccelli Rari, il nuovo album di Giovanni Figlio di Will (o Gilmourson). Molto bene.
1h18m!
Madonna quanta echo voice

Moris Al primo ascolto vibrazioni positive. Sembra che manchi il pezzo spezza timpani (Raven).

Piace anche a me. Alcuni brani sono memorabili
Ha sperimentato un altro sound. Il piano e il basso hanno ridimensionato la chitarra gilmouriana. Sarà per questo, ma la voce “rock”, non intonatissima, non si sposa con tutti i brani

A livello compositivo è un classico, e ha imparato tutto quello che c’era di buono da imparare dai Pink Floyd (ma questo lo sapevamo già).
Vorrei che Fabio lo ascoltasse, da non-fan di Wilson. Per capire cosa ne pensa la ggente.

Fabio Ciao a tutti, eccomi qua. Ho scoperto che è stato il produttore di “Pure Comedy” di Father John Misty. Dopo il primo ascolto non posso che dire che è un bel disco. Seguendo la critica “urariana” [Moris fa di cognome Urari, ndr], forse un po’ troppo pulito e patinato. C’è un eccesso di “produzione”. Oltre ai Pink Floyd echoes, presenti dappertutto, Over The Midnight, Hi Ho to Righteous Sunset Boulervard mi ricordano il West Coast americano tipo Neil Young, mentre Trafalgar Square, Me, There’s a light, Miriam Montague Rare Birds mi suonano beatlesiane/lennoniane. E con questo Moris mi caccia dalla conversazione….

E troverai ancora più americana con i dischi precedenti, decisamente superiori a questo

Io non caccio nessuno. Mi fate sempre passare per un cattivone!
La produzione, che è sempre stata il suo cavallo di battaglia, stavolta ha preso il sopravvento. Il problema si pone soprattutto per il fatto che compositivamente il lavoro è meno interessante dei precedenti. Con del materiale più scadente alcune cose che prima funzionavano, rimanendo al limite della ridondanza, adesso sembrano “pacchiane” perché quel limite l’hanno dovuto superare per sopperire alla mancanza di originalità.

L’esempio più lampante è Loving You. Un’introduzione interminabile stracolma di banalità: una voce con effetti che perseguita per tutto il pezzo, archi inutilmente iper-effettati, un giro di piano banale e una sessione ritmica che comincia e continua noiosamente per tutto il brano. E il brano dura otto minuti e mezzo. Otto minuti e mezzo!

Il lavoro è discontinuo. Alcuni pezzi sono oggettivamente poco interessanti (soprattutto nella seconda parte del disco) ma non si può dire lo stesso per la totalità dei brani. Che è successo?

Se continuerà a fare tour con Roger Waters, può darsi che la casa discografica abbia voluto far uscire il suo disco anche se non ancora pronto.

Mi trovo con Moris. C’è qualcosa di buono ma è diluito. Sacrificare l’orchestralità americana, la presa diretta di chitarra e Hammond, per un tappeto sintetico world music non ha pagato: questo disco è trascurabile. Proprio per questa scelta “world”, i pezzi che restano, per me, sono proprio quelli scemi à la War on Drugs. Quelli ancora ancora “tradizionali”, metti il primo brano, per esempio, non funzionano
Chissà se avrebbe avuto bisogno di più tempo. Ma questo non lo giustifica: 5 anni da Fanfare, il tempo l’ha avuto!

Vado per brani. Considerazione preliminare: siamo sicuri che sia necessario che alcuni brani debbano durare 6 minuti e mezzo?

1 – Trafalgar square Nonostante il citazionismo, regge. Attenzione, non ho detto che sia interessante. Al decimo ascolto sta cominciando ad essere familiare e a piacermi a prescindere.

2 – Me Molte buone idee. Compositivamente, nelle linee vocali, siamo a dei livelli piuttosto alti. Peccato che gli strumenti siano i soliti cinque…se avesse avuto il coraggio di usare qualcosa per spostare il timbro sarebbe un capolavoro. Il sax schizofrenico utilizzato nel finale non è male.

3 – Over the midnight Mi piace. Comincia a cantare a 1:37, in un modo così aggraziato e elegante che l’attesa è valsa la pena. Il ritornello è molto orecchiabile e le linee vocali sono al livello del brano precedente. Gli oboe sottilissimi in sottofondo, gli effetti alla “Star Trek” e le rullate etniche sono tutte cose che ci stanno bene. E quando rimane la sua voce da sola, col synth in crescendo, è fatto come si deve. Qui si tratta di 8:16 complessivi, che ci stanno, ma alcune parti sembrano oggettivamente tirate al limite.

4 – There’s a light Il tono la fa da padrone. Immagino che nel testo stia tessendo le lodi alla sua California (o alla sua città o alla sua America). Il pezzo è talmente spensierato e positivo che merita un plauso…mette di buon umore. voi che effetto fa?

5 – Sunset Blvd Inizia la parte noiosa dell’album? Penso di si.

6 – Rare Birds Una chitarra slide distorta bella carica porta alla sua voce (che voce!), due ritornelli decisamente riusciti e poi…block! Un rallentamento ingiustificato e all’apparenza ingiustificabile. Alt! Ho capito il giochetto. È servito per ripartire come dei treni con la chitarra slide. Vi piace lo schema? A me non non è dispiaciuto.

7 – 49 Hairflips Nonostante un buon ritornello, da un punto di vista compositivo è troppo banale. Senza contare l’inquietante (per me insopportabile) lentezza iniziale.

8 – Miriam Montague Ha ragione Fabio, questa è Beatles con un pizzico di electro. Non che sia un demerito, anzi! Ma sta vivendo di rendita.

9 – Loving You Stendo un velo pietoso.

10 – Living with myself Ma che roba è? Con la precedente è la colonna sonora per il fallimento.

11 – Hard to get over Ancora 6:31 per raccontarci qualcosa che poteva essere fatto in 3:15. Il pezzo è, a suo modo, sperimentale, soprattutto per come interpreta vocalmente la linea melodica (fuori dalla sua portata, ma gestita egregiamente). Non mi sento di bocciarlo ma il senso di incompiutezza aleggia.

12 – Hi ho to the righteous Qui sento odore di presa per i fondelli.

13 – Muholland queen Modalità “esercizi vocali” ON. Poco altro.

Considerazioni finali. In totale quattro, cinque brani che potevano essere esclusi dall’album e almeno altri tre che potevano essere ridotti in durata di almeno il 40 per cento. Si sarebbe passati dai 78 minuti complessivi ai 40/45 minuti. E sarebbe stato un grande album, perché alcune idee ci sono ma sarebbero dovute essere di più.

F Pensate che ci sarebbe voluto un produttore alla “Jonathan Wilson” per far creare a Jonathan Wilson un disco migliore? Ripensando alle vostre aspettative, ma non conoscendolo nei precedenti dischi, non è che si è fatto prendere la mano? La lunghezza dei brani anche negli episodi migliori sembrerebbe dimostrarlo. Detto ciò, questo disco mi ha comunque messo voglia nei prossimi giorni di ascoltare gli altri due.

Se apprezzi l’americana, ti piaceranno. Mi sa che hai colto il punto: non lo doveva produrre lui. È come se ciò dimostrasse che Wilson è il maestro del prog-rock, non della retro-psichedelia world (passatemi il termine, o passatene un altro)

Per me la debolezza di punctum sta nella voce. La voce, ragazzi. Se avesse cantato una voce più corposa, virtuosa, aulica, staremmo parlando di un altro album. Ovviamente non sarebbe più stato un solo-album, ma più coraggioso sì. Metti There’s a lightLiving with myself: dove ci sono altre voci se ne guadagna in spessore. Rare bird è uno dei brani migliori, Miriam montague tra quelli arrangiato meglio. Living with myself mi punge, un ottimo equilibrio tra prog e 80s. Guarda caso, c’è una voce femminile.

MeThere’s a light e Miriam montague sono quelle che ai primi ascolti prendono subito. Over the midnight, se fosse stata più corta, sarebbe forse al top.

Ambizioso e parzialmente riuscito come (appunto) quasi tutte le ambizioni

Paolo, ma perché una “voce differente”? Stiamo parlando della stessa cosa?
Per quanto concerne il genere, a questo giro, starei su pop-rock.

Che una voce più sfaccettata avrebbe aiutato la sonorità

ndr: e poi avremmo dovuto chiarirci su sto fatto della voce, io e Moris. Vi dico solo che lo abbiamo fatto di persona, sul retro del bar dopo quattro rhum da quattro soldi. Ho vinto io, ovviamente.

Vai di stelline!

Paolo
Punctum ⋆ ⋆
Originalità
Spasso ⋆ ⋆ ⋆
Produzione ⋆ ⋆
Longevità ⋆ ⋆ ⋆
Voto: 2.2

Fabio
Punctum * *
Originalità * *
Spasso * * *
Produzione * * *
Longevità * * *
Voto: 2.6

Moris
Punctum ⋆ ⋆
Originalità
Spasso ⋆ ⋆ ⋆
Produzione ⋆ ⋆
Longevità ⋆ ⋆ ⋆
Totale: 2.8

 

  • Punctum
  • Originalità
  • Spasso
  • Produzione
  • Longevità
2.5

Riassunto

Artista: Jonathan Wilson
Titolo: Rare Birds
Produttore: Jonathan Wilson
Etichetta: Bella Union
Data di pubblicazione: 2 marzo 2018
Metacritic: 75

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