Robert Plant – Carry Fire

Paolo Dobbiamo parlare di questo vecchietto.
Classe ’48 ma questo album non è roba tipo mi godo l’eredità, faccio live sugli allori, come i Rolling Stones, Paul McCartney, qui c’è ancora voglia di produrre roba fresca, com’è possibile?

Moris È uno Zeppelin!

P Ah, già, quasi dimenticavo! Questo album è Americana, è dolce, la sua voce non è quella cosa strepitosa di un tempo. Lui lo sa. Non è questo il punto, vado per i settanta e il genio non mi è passato, sembra dire. E si vede.
Sono sbalordito. Sbalordito, non sorpreso, è uno Zeppelin!, però cavolo…che punctumSei un grande

Se pensi che anche John Paul Jones produce roba tipo Diamanda Galas, hai la misura…
Quei quattro sono un miracolo della musica popolare

P Una lucidità invidiabile. Il vero autentico spirito sessantottino. Il vero rock, sono loro. Non c’è altro da dire. Il vero rock è la sua voce.

Due geni a settant’anni suonati, prova a pensare a 25. Uno morto (ma il più grande batterista rock di sempre), l’altro un chitarrista eroinomane miracolosamente in vita che non sa più creare ma che tecnicamente ha la sapienza di novantanove chitarristi della sua epoca.
Erano troppo.
Per tutti.

Padroneggia con attenzione quel fuoco, quell’energia cosmica, orgiastica, dionisiaca. Se riesci a dosare la giusta sobrietà, come un chimico, ti ritrovi non solo ad essere sopravvissuto al quinquennio ‘65-‘70 – quello in cui la musica moderna è esplosa in un big bang – ma ad esserci pure sfuggito. Robert ha pensato bene di fare un respiro profondo, rilassarsi, e domandarsi: quindi, cosa mi andrebbe di cantare? La risposta è Carry Fire.

Un po’ di Led Zeppelin ci sono, si guardi alla circolarità della strofa di un brano come Carving up the World Again…A Wall and Not a Fence. D’altronde l’unico produttore a risultare è lui.

Carry Fire è un classico prodotto Americana. È l’intelligenza di una buona squadra, l’alchimia di gruppo, lo scanzonato desiderio di suonare insieme. Ma anche un progetto serio. L’intelligenza è la professionalità di questa squadra, che ha permesso la creazione di un disco solido, ben missato. La chitarra guida la voce (e come non potrebbe essere altrimenti con Robert), il ritmo arriva da percussioni idiofone (piatti, spazzole, sonagli). I tamburi sono profondi.

L’aria è polverosa, come suonare in una robusta casa di legno del Sud Ovest. Anche se, piazzato nell’angolo, c’è anche un synth.

Non c’è nostalgia, un pizzico di malinconia sì. La cura è il fuoco.

 

  • Punctum
  • Originalità
  • Spasso
  • Produzione
  • Longevità
3.8

Riassunto

Artista: Robert Plant
Titolo: Carry Fire
Produttore: Robert Plant
Etichetta: Nonesuch Records/Warner Bros. Records
Data di pubblicazione: 13 ottobre 2017
Metacritic: 84

User Review
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