Psichedelia

La psichedelia è stata un fenomeno underground della metà degli anni ’60, arrivato in superficie nel 1966 con la pubblicazione dell’album Revolver dei Beatles.

Le canzoni psichedeliche hanno spesso strutture-canzone meno coerenti, modifiche delle chiavi e dei tempi durante lo sviluppo dei brani, melodie modali e droni rispetto alla musica popoplare. Sono spesso usati testi surreali, stravaganti, di ispirazione esoterica o letteraria. C’è spesso una forte enfasi su segmenti strumentali estesi, vi è una forte presenza di tastiera e vengono spesso usati elaborati effetti da studio, come nastri all’indietro, panning stereo, loop a lungo ritardo e riverberi estremi.

Questo stile influenzò molti generi musicali, dando vita a nuovi sottogeneri tra cui il pop psichedelico.

La musica psichedelica si prefiggeva di spingere i sensi degli ascoltatori verso limiti inesplorati (più internamente che esternamente) mentre il pop psichedelico assumeva questo linguaggio e le sue innovazioni e li applicava a concise canzoni pop. Gli effetti psichedelici, di conseguenza, venivano usati come condimento – sitar, chitarre fuzz, effetti nastro, le chitarre riprodotto al contrario – in contesti tutt’altro che strambi.

Ma facciamo un passo indietro, perchè di Pop Psichedelico perleremo un’altra volta qui.

L’arte e la musica psichedelica cercano di ricreare l’esperienza di una coscienza alterata. Mentre l’arte psichedelica utilizza una grafica altamente distorta con colori brillanti, spettri cromatici completi e forme inconsuete la musica fa uso generalmente di chitarra elettrica distorta, elementi di musica esotica, effetti elettronici e postproduzioni elaborate.

Ma da dove comincia tutto questo movimento?

Lo stile di vita psichedelico si era sviluppato in California attorno a figure culturali di rilievo come Timothy Leary dall’inizio degli anni sessanta. A San Francisco era in funzione la prima grande fabbrica di LSD di Owsley Stanley e a partire dal 1964 Ken Kesey istituiva gli Acid Test, una serie di eventi che presupponevano l’acquisizione di LSD (fornita da Stanley) accompagnata da spettacoli leggeri, proiezioni cinematografiche e set musicali improvvisati a cui venne dato il nome di psychedelic symphony.

San Francisco aveva una scena musicale emergente fatta di club, caffè e stazioni radio indipendenti che si adattarono alla popolazione degli studenti della vicina Berkeley e ai pensatori liberi che graitavano in città. Il consumo di droga tra i musicisti jazz, blues e folk era già diffuso e… boom!

Primordi

The Holy Modal Rounders nella loro versione di Hesitation Blues:

John Fahey sperimenta tecniche di registrazione insolite, tra cui nastri al contrario e nuovi accompagnamenti strumentali di flauto e sitar, di fatto anticipando gli elementi della psichedelia:

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Allo stesso modo, il lavoro del chitarrista popolare Sandy Bull incorpora elementi di folk, jazz, modalità e droni influenzate dall’India e dall’Arabia. Il suo Fantasias for Guitar and Banjo (1963) esplora diversi stili e potrebbe anche essere definito come uno dei primi dischi psichedelici:

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Correnti psichedeliche

La sperimentazione si divideva grosso modo in due tipi di approccio: quello morbido, che si esprimeva in un caos leggero ed esotico di strumenti e voci, e quello duro, all’insegna di rock and roll martellante e amplificazione potente.

Nel primo tipo di psichedelia, evoluzione del folk-rock si manteneva al centro dell’attenzione la melodia: i Byrds di Fifth Dimension (1966) e di Younger Than Yesterday (1967), i Jefferson Airplane di Surrealistic Pillow (1967) e i Love di Forever Changes (1967). A cui seguirono evoluzioni come gli Electric Prunes e gli Spirit.

Al secondo tipo di psichedelia facevano capo formazioni di estrazione garage-rock, come i texani 13th Floor Elevator e i Seeds, o di matrice rock-blues come Chocolate Watchband e Blues Magoos. Il suono garage-blues viene ulteriormente indurito nei dischi di gruppi come Blue Cheer (menzione speciale a Vincebus Eruptum del 1968 in cui forgiano un nuovo suono che anticipa di oltre 20 anni lo Stoner Rock), Standells, Music Machine e IronButterfly, che segneranno i primi passi dell’hard rock.

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Fuori da queste famiglie si trovano alcuni gruppi più interessanti come i Red Krayola (autori di un rock vicino al free jazz e alla musica concreta), gli United States Of America (influenzati dalle sperimentazione avanguardistiche di di Terry Riley e Steve Reich) e dai Silver Apples (ispirati dalle sperimentazioni elettroniche di Morton Subotnick). https://open.spotify.com/embed/track/04ezdCPZeafm0rGdm1X6mO https://open.spotify.com/embed/track/10iyrkqHdykjmBG9ZuiQKy

Garage Bands

La psichedelia rock toccò l’apice nel periodo delle garage band. La vera risposta americana alla British Invasion fu rappresentata da un’ondata di complessini provinciali, formati da teenager che suonavan classici blues ascoltati da gruppi inglesi senza sapere che il blues veniva dai loro compatrioti afroamericani. In un contesto piuttosto conservatore era piuttosto complicato affermarsi, il che generava un atteggiamento ribelle, frustrato e decisamente grintoso. Il 1966 fu il loro anno d’oro: le stazioni radiofoniche facevano a gara per trasmettere suoni bislacchi e anche le case discografiche si lasciarono prendere la mano scritturando decine di band che alla fine di quell’estate si ritrovarono senza contratto.

Questo approccio scanzonato li distingueva dagli psichedelici colti come Jefferson Airplane, Grateful Dead, Velvet Underground e Doors che di fatto rapresentavano l’ala politicizzata della musica americana.

La gloriosa civiltà psichedelica venne spazzata via dall’avvento dei generi progressivi.

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